Per riconnettersi attraverso il fare creativo non serve essere artisti.
L’idea di questa proposta nasce in risposta alla resistenza che spesso avverto quando parlo di arte come terapia, di arte come mezzo attraverso cui riconnettersi, stare in ascolto di sé portandosi incontro gesti di nutrimento.
L’arte come pratica terapeutica muove spesso chiusura, dopo il primo “ah che bello!”, perché siamo ancora molto condizionati da retaggi culturali che ci hanno trasmesso la convinzione che tutto ciò che è fare arte sia solo connesso all’ estetica, al saper fare e all’essere sempre pieni di idee.
Il fare arte e il fare creativo possono anche semplicemente essere un’esperienza di profonda connessione con se stessi, al di là del proprio “saper fare”.
Quello che vorrei proporti con il mio atelier a porte aperte è la possibilità di darti l’occasione di sperimentare e di farlo nella tua casa, o comunque in un luogo a te familiare, scoprendo come può essere possibile con poco riscoprirsi capaci di dialogare con noi stessi attraverso un fare creativo tutto nostro.
Scoprirai come dare vita ad un piccolo atelier “casalingo” e come approcciarti al materiale in modo libero, privo di obiettivi e fine solo al tuo benessere.
Se ne trarrai beneficio poi, potrai imparare a ricreare queste condizioni di lavoro e nutrimento in qualsiasi momento ne sentirai la necessità.